• Home
    • Identitatea româneaască din România
    • Identitatea românească din Anglia
    • Identitatea românească din America
  • Știri
    • Din România
    • Dall’Italia
    • Diverse
  • Integrare
    • Legislatie
    • Români căutând de lucru
    • Români în Anglia
    • Români în America și Canada
  • Opinii
  • Cultură
  • Istorie
  • Sport
  • Noi suntem români
    • Povești de succes
    • Nichita Stănescu
    • Dan Puric
  • Evenimente
  • Video
    • Documentare
    • România te iubesc
    • No comment
  • Home
    • Identitatea româneaască din România
    • Identitatea românească din Anglia
    • Identitatea românească din America
  • Știri
    • Din România
    • Dall’Italia
    • Diverse
  • Integrare
    • Legislatie
    • Români căutând de lucru
    • Români în Anglia
    • Români în America și Canada
  • Opinii
  • Cultură
  • Istorie
  • Sport
  • Noi suntem români
    • Povești de succes
    • Nichita Stănescu
    • Dan Puric
  • Evenimente
  • Video
    • Documentare
    • România te iubesc
    • No comment
Previous Next

Romene nel ragusano tra ricatti e soprusi

“Se tua moglie non sta con me non vi pago”
Romene nel ragusano tra ricatti e soprusi

Dopo la nostra inchiesta sulle violenze sessuali nelle campagne ragusane, il territorio si mobilita. Padre Beniamino: “Mi accusano di rovinare il paese, ma non posso tacere”. Le aziende si difendono. Troppi sapevano e hanno taciuto. Ci sono denunce di donne che risalgono a quattro anni fa. Cadute nel vuoto

DI ANTONELLO MANGANO

Se non mi dai baci, andate via tu e tuo marito

Risale a quattro anni fa la denuncia di una coppia rumena al commissariato di Vittoria. «Finché tua moglie non fa un giorno d’amore con me, non vi pago gli arretrati». Il ricatto finisce nel verbale. Nulla di segreto, la testimonianza si trovaanche nel video “Solidal”, prodotto dalla Cgil e reperibile in rete. Ma la denuncia cade nel vuoto, la coppia rimane senza lavoro e va a vivere in un tugurio in campagna.

Non tutti denunciano. Il programma di protezione anti-tratta ha raccolto dodici fascicoli in due anni di attività. E qualche rumena è tornata in serra. Perché? «Queste donne mantengono le loro famiglie. Se non si offrono loro alternative credibili allo sfruttamento il circuito non potrà essere spezzato», spiega Alessandra Sciurba, che ha curato una ricerca sul tema per “L’altro diritto ”, centro di documentazione dell’Università di Firenze.

Dopo l’inchiesta de l’Espresso sulle lavoratrici rumene sfruttate sessualmente, il territorio si è mobilitato. Molti in difesa del comparto produttivo e della serietà della maggior parte delle aziende. Ma c’è chi chiede interventi risolutori. «Per i cittadini comunitari è necessario sganciare residenza e reddito, permettendo quindi a tutti di iscriversi all’anagrafe e da lì cominciare a rivendicare diritti», propone Sciurba.

«Occorre distribuire meglio la ricchezza che nel territorio c’è. Ci sono aziende che rispettano i contratti e altre che fanno concorrenza sleale con i sottosalari. E bisogna potenziare i programmi anti-tratta», spiega il sindacalista Peppe Scifo della Flai. «Abbiamo pochissime risorse per fronteggiare un problema di dimensioni sempre più vaste».

Il progetto “Solidal transfert” promosso da Cgil e “Medici senza frontiere” ha permesso l’emersione di molte donne. Grazie a quel programma conosciamo le loro storie. Eppure va avanti a forza di proroghe. Se non ci saranno novità rischia di fermarsi a fine anno. Un pulmino a nove posti copre l’area tra Vittoria, Scoglitti, Acate e Santa Croce Camerina. «Accompagniamo le donne a fare la spesa o a una visita medica. A volte persino a cercare acqua potabile», dice a l’Espresso Emanuele Bellassai della cooperativa Proxima. Così si rompe l’isolamento, si evitano i ricatti del padrone. E si ascoltano storie terribili.

Le donne che denunciano vengono inserite in un programma di protezione che prevede l’allontanamento dal luogo della violenza e l’ospitalità. In maniera più discreta possibile, per evitare che le vittime possano essere rintracciate e subire altre intimidazioni. Il rapporto di Proxima fa venire i brividi: «Le donne si lamentano delle aberranti condizioni igieniche in cui versano gli alloggi, spesso messi a disposizione dei datori di lavoro. Veri e propri tuguri, angusti e, in alcuni casi, senza neanche l’energia elettrica».
Anche la Chiesa non fa mancare il suo impegno. «Abbiamo accolto alcune donne rumene in stato di gravidanza in parrocchia», racconta Padre Beniamino Sacco, il primo a denunciare i “festini agricoli”. «Dicono che c’è il consenso della donna? In stato di disagio economico non hai diritto a dire no. Si tratta di violenza. La dignità di queste donne è offesa dall’atteggiamento di “padronanza”. C’è chi pensa di poter usufruire della vita degli altri come vuole e quando vuole». «La direttiva europea sulla tratta, che certamente ricomprende casi come quello del ragusano, dice che la “posizione di vulnerabilità” di queste donne deriva dal fatto di non avere altre alternative che cedere all’abuso. La questione del consenso è irrilevante», conclude Sciurba.

«Nessuno vuole generalizzare, la maggioranza dei produttori è onesta. Ma questi fenomeni non sono isolati», spiega padre Beniamino. «Qualcuno mi accusa di aver rovinato il paese per aver difeso gli immigrati. Sono orgoglioso di essere stato dalla loro parte. Non potevo tacere».

Le violenze sessuali sono solo la punta dell’iceberg. Ad agosto un lavoratore del Bangladesh è stato ucciso in piena campagna con una coltellata all’altezza del cuore. Misterioso il movente, forse legato al racket delle giornate agricole. Sicuramente la spia di una violenza ormai diffusa.

«Nei nostri viaggi col pulmino incontriamo troppi lavoratori in nero, non contrattualizzati», racconta Bellassai. «Ho visto migranti con crediti da riscuotere per 4mila euro. Per mesi hanno ricevuto solo acconti. I soldi si accumulavano. “Quando vendiamo i prodotti al mercato ti pagheremo”, rispondevano i padroni». Anche gli uomini subiscono prevaricazioni. Un rumeno è caduto dalla scala su cui lavorava, per lui una frattura al braccio. «Da 22 mesi aspettiamo un’ispezione in quell’azienda» conclude Bellassai. «Registriamo troppa lentezza nella burocrazia».

Fonte: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/10/08/news/rumene-nel-ragusano-tra-ricatti-e-soprusi-ma-ora-il-territorio-si-mobilita-1.183497?ref=fbpe

Share!
Tweet

Comments

comments

Identitatea Românească
Popular
Recent
Comments
  • Copilul NU a fost ucis de nici unul dintre cei șas ...

    septembrie 17, 2013

    Fost consilier al Papei Ioan Paul al II-lea: “nu l ...

    august 30, 2013

    Un carabinier i-a furat geanta romancei care ajuta ...

    septembrie 18, 2013

    Quando gli italiani emigravano in Romania…

    septembrie 19, 2013

    În ce domenii lucrează cei mai mulți români din It ...

    septembrie 20, 2013
  • Servicii de Repatriere decedați din Italia în Româ ...

    martie 10, 2017

    Cum să prepari cea mai bună tochitură moldoveneasc ...

    decembrie 18, 2016

    Cutremur în Italia. Bilanțul victimelor a fost rev ...

    august 25, 2016

    Viața de îngrijitoare

    aprilie 23, 2016

    Trebuie să vezi acest sat italian – este absolut u ...

    februarie 1, 2016
  • Avatar

    Sunt mai respectate si apreciate moldovencele si u ...

    10 martie 2014
    Avatar

    Marea majoritate a romanilor cand ajung in UE au i ...

    10 martie 2014
    Avatar

    Un hot cand intra in gradina vecinului ,se duce sa ...

    10 martie 2014
    Avatar

    Nu v-ati prins??? E o propaganda ANTI ROMANEASCA, ...

    10 martie 2014
    Avatar

    Italienii sunt o rasa plina de vicii,iar barbatii ...

    10 martie 2014

Categorii

  • CULTURA
  • DALL'ITALIA
  • Dan Puric
  • DIN ROMANIA
  • DIVERSE
  • Documentare
  • EVENIMENTE
  • INTEGRARE
  • Istorie
  • Legislatie
  • Nichita Stănescu
  • No comment
  • OPINII
  • POLITICA
  • POVESTI DE SUCCES
  • Români căutând de lucru
  • Români celebri
  • România te iubesc
  • SPORT
  • ȘTIRI
  • VIDEO
Copyright © identitatea.it. | Web Design & Social Media Marketing by Laurențiu Barbu
  • identitatea.ro
  • Publicitate
  • Termeni și condiții
  • Politica de confidențialitate